prefazione di Federica Ieraci
 

 

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Salve! Mi chiamo Federica Ieraci, dal 2007 sono un’insegnante di letteratura italiana, laureata in storia della critica letteraria presso l’Università degli studi di Roma la Sapienza nel 2005.

 

Spero che questo libro capiti nelle vostre mai per caso, così come, per caso, è capitato nelle mie; spero che possiate essere non completamente razionali e preparati nel momento della lettura, cosicché possiate realmente cogliere l’intima essenza di un pensiero non comune che queste pagine ospitano; spero, ancora, che il vostro cuore possa essere scevro da qualsiasi forma di pregiudizio, stereotipo o freno mentale inibitorio. L’universo che vi si spalancherà davanti a qualcuno potrà fare timore, ad altri susciterà qualche perplessità, per taluni stimolerà riso. Non approcciate queste pagine come consapevoli detentori di una qualsivoglia verità esente da contraddizioni, ma siate pronti a non essere coerenti, ad accoglierlo come un elemento che, forse, potrebbe porre in discussione le vostre certezze, le quali, per la maggior parte di noi, rappresentano una sorta di coperta di Linus, delle convinzioni che, figlie di un’educazione “canonica”, contribuiscono a renderci dei cloni nel pensiero. Senza dubbio posso affermare che le pagine che andrete a leggere potrebbero intaccare quella tradizione che vi portate dietro come un fardello pesante, che ha accompagnato le vostre vite e continua a dominarle, impedendovi di pensare senza omologarvi alla media del pensiero comune. Non abbiate paura, dunque, ad abbandonarvi al racconto, certi che, giunti al termine del percorso, esso possa aver scalfito, forse, il vostro credo. Non è importante, né tantomeno necessario che comprendiate immediatamente, ma la consapevolezza di aver praticato uno squarcio nelle vostre coscienze si rivelerà nel momento opportuno.

 

Francesco ci racconta la sua vita,  ma non necessariamente “questa” vita; ci permette di conoscere uomini e donne straordinari che hanno accompagnato il suo percorso, ma non pensiate che debba essere necessariamente “questo” percorso, a noi coevo. Siate pronti a non giudicare, ma a lasciarvi trasportare da una narrazione che vi condurrà anche dove non avreste mai immaginato di andare, in epoche e luoghi assai remoti, in compagnia di personaggi che non avreste mai sospettato potessero essere raccontati in tal modo.

 

La verità del nostro Mikado, quella verità costituita da Amore e Sincerità, vi convincerà della sua causa, narrata in modo semplice, capace di arrivare ad ognuno di voi, anche se io spero possa davvero arrivare “nel punto più profondo del cuore di ognuno di voi”.

 

La meravigliosa dimensione che aleggia in queste pagine accompagna il lettore in un viaggio che giunge sino in Giappone, la meravigliosa terra del Sol Levante, toccando l’Asia anche dal versante arabo-musulmano della zona Kashmira. Proprio quest’ultima tappa costituirà il punto di snodo dell’intero romanzo; sarà dalla zona del Kashmir, regione settentrionale del subcontinente indiano compresa tra i territori di India e Pakistan, che avrà inizio la mistica esperienza vissuta da Mikado Francesco, condotto  alla contemplazione del presunto corpo di Gesù presso il Santuario di Rozabal.

 

Ma queste sono solo le premesse di un’opera che sembra profilarsi come un lungo viaggio a ritroso, alla ri-scoperta di origini lontane che trovano una giusta corrispondenza con l’esistenza attuale, un periglioso cammino accanto a quello che le grandi religioni Monoteiste riconoscono come uno dei maggiori profeti, Gesù Cristo. Il libro, allora, appare come una miscellanea di credo, una sorta di giusto punto di incontro tra le Religioni Rivelate, le quali, ancora oggi, mietono vittime e stragi in nome di un Dio che non ha però mai chiesto cadaveri, ma che, anzi, per alcuni, o forse per tutti coloro che professano il Cristianesimo, l’Islam e l’Ebraismo, ha praticato un sacrificio colossale come quello della crocifissione.

 

Allora, cari lettori, questa potrebbe essere una ulteriore prospettiva in cui collocarsi per la lettura di queste pagine: l’armonia e la convinzione che Dio sia unico, denominato secondo idiomi differenti che seguono necessariamente un dictat linguistico stabilito. Possa, dunque,  Egli essere chiamato Allah, Jahvè, Dio, e Suo figlio essere riconosciuto come tale, o come uno dei più grandi profeti della storia.

 

Possa, questo racconto, accompagnarvi nella convinzione dell’esistenza di un Tutto capace di creare Unione, là dove il Caos regna imperante.

 

Federica Ieraci

 

 

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